Fabrizio de Fabritiis

Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Omaggi a Leo Pulp | Scritto il 01-01-1970

Dall’autore di Capitan Novara un super saluto al collega piedipiatti.

Alen Gomez

Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Omaggi a Leo Pulp | Scritto il 01-01-1970

Da Cordoba (Argentina) il simpatico Alen ci saluta con un Leo Pulp personalissimo e imbarazzatissimo.

Mirco Bettelli (Bet)

Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Omaggi a Leo Pulp | Scritto il 01-01-1970

Dall’amico “Bet” un vecchio omaggio ritrovato e uno recente fresco, anzi caldo d’estate.

(continua…)

Capelli lunghi…crescono ancora.

Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Articoli e recensioni | Scritto il 01-01-1970

INTRODUZIONE AL LIBRO CAPELLI LUNGHI DI FRANCO GIUBILEI.

Quale strano destino ha trasformato il soggetto di “Capelli lunghi”, concepito negli Anni Sessanta da Mario Monicelli perché diventasse un film, in una storia a fumetti disegnata da Massimo Bonfatti trent’anni più tardi? Cinema e fumetto in realtà sono parenti stretti, lo sapeva bene Federico Fellini, che amava ripetere: “il mondo dei fumetti potrà prestare generosamente al cinema le sue scenografie, i suoi personaggi, le sue storie, ma non la sua suggestione più segreta e ineffabile, che è quella della fissità, l’immobilità delle farfalle trafitte da uno spillone”.

Dal fronte del fumetto, Hugo Pratt rispondeva sulla stessa sintonia: “Il fumetto è un racconto per immagini con inquadrature cinematografiche”. Molti registi del resto utilizzano la tecnica fumettistica dello storyboard per visualizzare su carta le scene del film nella fase immediatamente precedente alla sceneggiatura. Nessuna sorpresa allora se il road movie di Michele ed Esterina, i due ragazzi protagonisti di una tragica fuga in nome di un principio di libertà, ha visto la luce a vignette invece che in una pellicola.

Al di là dei rapporti familiari fra settima e nona arte, il percorso di “Capelli lunghi” dalla sua ideazione all’esito finale è una vicenda interessante anche per il processo creativo di uno dei maestri della commedia all’italiana, teso nello sforzo di catturare un elemento di mutazione della società in un periodo chiave della nostra storia recente, allo scopo di trarne un racconto avvincente per il grande schermo.

A ispirare Monicelli, osservatore attento di quanto gli si muoveva intorno, c’era il fenomeno dei capelloni e il rigetto che lo accompagnava, ma anche una poesia, un vecchio film italiano Anni Quaranta e una canzone dei Beatles. Niente di ideologico nel suo progetto, solo l’interesse per una storia di ribellione poetica e folle a un sistema bacchettone e oppressivo.

A Franco Cristaldi però il progetto di Monicelli non piacque: troppe le implicazioni politiche scomode per un produttore imparentato con una grande famiglia di industriali, i Marzotto, negli anni in cui l’Italia si avviava a grandi passi verso la contestazione generale e l’autunno caldo.

Il soggetto dunque fu messo in un cassetto e ci rimase finché, nel 1998, l’esperto di fumetti Michele Rossi non colse l’opportunità di dare una seconda chance a quel soggetto: da una serie di storie per il cinema – oltre a quella di Monicelli ce n’erano altre, da Dino Risi a Lina Wertmuller – sarebbero state ricavate e messe in mostra le versioni a fumetti, fu così che Bonfatti si trovò fra le mani il testo di “Capelli lunghi” da tradurre in disegni e balloons: “Ho avuto modo di realizzare una storia dai risvolti tragici che mi ha permesso di utilizzare sia le corde umoristiche che quelle drammatiche – spiega il fumettista – Nasoni, onomatopee ed altri effetti appartengono agli stilemi del disegno umoristico, mentre uso del chiaroscuro e ombreggiature tese a enfatizzare le espressioni dei personaggi sono propri del fumetto drammatico”.

A ispirare il disegnatore nella sua opera di reinterpretazione del testo di Monicelli è stata la profonda simpatia per le figure dei protagonisti, per il loro spirito e per il loro modo di vivere idee e sentimenti. Una piena consonanza con la chiave di lettura scelta dal regista, che aveva puntato molto sull’autenticità e sulla purezza dei personaggi. In questo film di carta che è il fumetto, l’autore è andato a cercare i dettagli d’ambiente come avrebbe potuto fare un vecchio “trovarobe” del cinema, rintracciando phon, juke-box, Lambretta e altri dettagli d’epoca che costellano le vignette. Ha così giocato contemporaneamente il ruolo di sceneggiatore, tecnico della fotografia e regista, con la libertà che solo il fumetto può permettere.

Adottando la voce narrante di Monicelli come tema conduttore, Bonfatti ha anche mantenuto il fascino del soggetto cinematografico originario, il che ha conferito una nota stilistica particolare alla versione a fumetti. Allo stesso tempo il racconto ha potuto conservare la verve del regista, quella prosa spigliata e divertente che emerge con nettezza anche dalla lettura del dattiloscritto.

Questo libro è costruito in modo da ripercorrere coerentemente la nascita, la morte temporanea e la resurrezione in forma di fumetto di una storia che altrimenti sarebbe rimasta a ingiallire nel cassetto di cui sopra senza mai arrivare al pubblico: col racconto di Monicelli al giornalista Franco Giubilei, che descrive i come e i perché di un progetto di film abortito, con il soggetto originario scritto dal regista in uno stile brillante e commovente, e con la messa in scena finale della storia a firma di Massimo Bonfatti.

Resta un’incertezza che neanche i ricordi di Monicelli aiutano a chiarire fino in fondo, cioè l’anno in cui il testo di “Capelli lunghi” fu ultimato dal regista per essere poi sottoposto a Cristaldi. Sulla copertina del dattiloscritto originale è segnato 1965, con una correzione a penna sull’ultima cifra che potrebbe essere letta come un 8.

Nel soggetto si fa riferimento a due elementi che possono aiutare a collocare temporalmente l’opera con maggiore precisione: Monicelli scrive che uno spunto importante per la storia lo ebbe a Londra, dove si trovava per le riprese de “La ragazza con la pistola”, quando si trovò ad ascoltare “She’s leaving home” dei Beatles. Il disco da cui è tratta la canzone, il celebre “Sgt. Pepper’s Lonely Heart’s Club Band”, uscì in Inghilterra il primo giugno del 1967, mentre l’uscita de “La ragazza con la pistola” è dell’anno successivo.

Proprio il 1968 dunque dovrebbe essere l’anno giusto. D’altra parte, un altro dettaglio citato nel soggetto contribuisce a confondere le acque: si parla di un pestaggio di capelloni per mano dei parà per cui il regista dice di essersi ispirato a un vero fatto di cronaca, gli scontri fra paracadutisti della Folgore e livornesi, che però risale addirittura al 1960… Ma forse la risposta migliore è quella fornita indirettamente dallo stesso Monicelli nel dattiloscritto, quando confessa scherzosamente di aver scritto la storia rubacchiando qua e là, fra poesie, spunti di cronaca, vecchi film e canzoni.(Franco Giubilei, luglio 2008)

Links recensioni e articoli:

http://davidebarzi.blogspot.com/2008/08/capelli-lungi-ancora.html

http://spaghettisuperheroes.blogspot.com/2008/02/il-film-mai-visto-di-monicelli-diventa.html

http://www.afnews.info/ http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/base/grubrica.asp?ID_blog=47&ID_articolo=173&ID_sezione=70&sezione=

http://www.comicsblog.it/post/2330/un-soggetto-di-monicelli-e-stato-riadattato-in-fumetto Librerie online:

http://www.webster.it/vai_libri-author_Monicelli+Mario-shelf_BIT-Monicelli+Mario-p_1.html

http://www.wuz.it/LibriInArrivo/ElencoLibriInArrivo/tabid/88/Default.aspx?e=Aliberti

http://www.azetalibri.it/main/Page_editore.asp?editore=Aliberti&idaff=0

Nelle prossime settimane il libro verrà presentato ufficialmente in alcune manifestazioni pubbliche. La prima prevista è a Castelnuovo Rangone (Modena) il 24 settembre ’08 nell’ambito del “FESTIVAL DI POESIA 08″ e di ” PARLANDO DI NUVOLE” (di cui vi annunceremo il programma a breve in questo blog. Saranno presenti gli autori e sarà possibile aquistare copia del libro autografata. Prossimamente aggiorneremo questo post con le foto dell’evento. Per info sul Festival di poesia:

http://www.poesiafestival.it/pages/anteprima.htm

Aricolo apparso su La Stampa del 6 febbraio 2008 subito dopo l’intervista a Monicelli ( )

Articolo di Michele Smargiassi pubblicato su La Repubblica del 24 ottobre 2008 ( e la )

Recensione di Giulio Cesare Cuccolini su Fumo du China 167 gennaio 2009

(continua…)

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Luca Salvagno

Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Omaggi a Leo Pulp | Scritto il 01-01-1970

Uno splendido Coccobill fratello siamese di Leo Pulp? Il grande Luca Salvagno, prosecutore della saga più celebre di Jacovitti, ci manda questa perla di stile. Uno dei tanti stili che Lù ha nel suo caricatore. Mondo pistola!