Morante, Pazienza, Camilleri: ciò che ci aspetta
Scritto da Massimo Bonfatti | Archiviato in Articoli e recensioni | Scritto il 01-01-1970
Elsa Morante, Andrea Pazienza, Andrea Camilleri: ciò che ci aspetta…
Elsa Morante.
“Il capo del Governo si macchia ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perchè il popolo tollera e addirittura applaude questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”
Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a B. Mussolini… P.S. Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno l’obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinque persone. Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo…
Andrea Pazienza.
Andrea Camilleri.
«Contro il nuovo duce seguiamo l’esempio del coraggioso colibrì» di Andrea Camilleri:
Dobbiamo essere grati a Berlusconi perché ha promesso di innalzare, insieme al suo compare Don Verzè, l’età di tutti gli italiani, quindi anche la sua, sino a 120 anni, riservando per sé il solito trattamento di favore: «Io però – ha messo le mani avanti – arriverò a 150». Ecco ciò che scrisse Ernest Hemingway, il 27 gennaio 1923, sul The Toronto Daily Star, a proposito di Mussolini: «Mussolini è il più grande bluff d’Europa. Anche se domattina mi facesse arrestare e fucilare, continuerei a considerarlo un bluff. Sarebbe un bluff anche la fucilazione. Provate a prendere una buona foto del signor Mussolini e esaminatela. Vedrete nella sua bocca quella debolezza che lo costringe ad accigliarsi nel famoso cipiglio mussoliniano… Studiate il suo passato… Studiate il suo genio nel rivestire piccole idee con paroloni. Studiate la sua predilezione per il duello. Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per farsi credere coraggiosi… C’è qualcosa che non va, anche sul piano istrionico, in un uomo che porta le ghette bianche con una camicia nera». Mussolini era un principiante del bluff! Che dire di uno che, per fare il “raccattavoti”, promette agli elettori l’eterna giovinezza? «Circola in questi giorni in rete un vecchio scritto di Elsa Morante su Benito Mussolini e gli uomini dei quali si circondava che sembra pensato oggi per Berlusconi e i suoi accoliti. Le righe di Hemingway non fanno che portare acqua allo stesso mulino. Ma fanno nascere almeno due domande. Come mai molti, troppi italiani persistono nel credere a questo sfiatato bancarellaro di fiera di paese che continua a spacciare aria fritta per elisir miracolosi di benessere, felicità, lunga vita? Questa è la domanda meravigliata che molti giornalisti stranieri, dai giapponesi ai tedeschi, mi rivolgono quando mi vengono a trovare. Io rispondo che gli italiani in cuor loro non gli credono, non sono così sciocchi, ma gli vogliono credere a tutti i costi. Perché negli ultimi anni sono stati talmente ridotti privi di speranza, di fiducia, di apertura verso il prossimo, di futuro, da voler credere ciecamente a chi racconta loro favole deliranti. Ma senza rendersi conto che a ridurli così è stato lo stesso uomo che ora propina gli elisir. E allora: cosa si può fare per riportare questi italiani alla realtà? Permettetemi un raccontino senegalese. Forse ve l’ho già detto, ma vale la pena ripeterlo. Scoppia un grande incendio nella foresta e tutti gli animali scappano atterriti. Il leone fugge per ultimo e, correndo, incrocia un colibrì che va in senso contrario, verso le fiamme, tenendo sul petto una minuscola goccia d’acqua, “Ma dove vai?” – gli domanda il leone. “Vado a fare la mia parte per spegnere le fiamme” – risponde il colibrì. Ecco: se ogni lettore de l’Unità facesse la sua parte impegnandosi a cercare di convincere due indecisi a non votare Berlusconi, non sarebbe già una piccola cosa utile per domare l’incendio?»
21 marzo 2010 (tratto da http://www.unita.it/ (www.unita.it/news/96477/contro_il_nuovo_duce_seguiamo_lesempio_del_coraggioso_colibr )
Non crediamo sia difficile capire come l’accostamento di questi quattro testi, di grandi intellettuali e artisti, riveli qualcosa del pericolo a cui stiamo andando incontro. Molti Italiani sono assuefatti e intontiti dall’assurdità e dalla cialtronaggine di certa politica, di certa cosiddetta “società civile” ma questo non li dispensa dalla resonsabilità e dall’opportunità che rappresentano le elezioni imminenti. Gli errori fatti nel votare gente sbagliata non dobbiamo farli pagare ai nostri figli. Quindi facciamo tutti uno sforzo nel votare in modo giusto, sensato e onesto. Per favore.
Mario Monicelli.
AGGIORNAMENTO: (ven. 26 maggio 2010 ore 11,58)
Ieri sera abbiamo visto RAIPERUNANOTTE, la trasmissione-evento di Michele Santoro in difesa della libertà di informazione e contro la censura operata in vari modi da questo governo arrogante non solo su alcune trasmissioni RAI ma su tutta la società italiana. Tra gli altri interventi interessantissimi c’è stato quello di Mario Monicelli e noi lo segnaliamo in questo articolo non solo perchè Mario è un nostro amico e gli vogliamo bene ma anche perchè è un grande intellettuale ed artista (“grandissimo”dice Santoro) e soprattutto perchè le sue parole completano in qualche modo il concetto che in modo diverso hanno espresso Morante, Pazienza e Camilleri. Naturalmente ciò che Monicelli dice può non essere condiviso, o può essere condiviso solo in parte (noi lo condividiamo in pieno) ma è innegabile che le sue sono parole di uomo saggio, autentico, intellettualmente coraggioso e onesto. Di questo coraggio intellettuale e umano l’Italia ha un bisogno vitale. Tutto ciò che c’è (o c’era) di buono in questo paese e nel suo popolo è stato sistematicamente distrutto un po’ alla volta e ora ci troviamo ad un livello in cui l’ intossicazione si sta facendo irreversibile. Ci hanno fatto diventare più immorali, più stupidi, più ignoranti e superficiali e in questi ultimi anni perfino insensibili alle peggiori vergogne. Stiamo diventando un paese di stronzi (e schiavi). Chi non si rassegna a diventare stronzo (o schiavo) deve fare qualcosa per migliorare se stesso e questo Paese, altrimenti…”che vada in malora”, come dice Monicelli: http://www.youtube.com/watch?v=tIUwzqYvfp8
READ MORE