Ho saputo poco fa da una mia amica giornalista della morte di Sergio Bonelli. Ne è subito seguita una telefonata a Claudio Nizzi; una di quelle telefonate in cui ci si dice poco, perché non c’è molto da dire ma si avverte l’importanza del fatto. Mi dispiace molto non aver potuto incontrare Bonelli a Castel del Rio pochi giorni fa. Ci avrei tenuto molto a salutarlo e a regalargli il volume di Leo Pulp/Saldapress, la cui realizzazione è stata possibile anche grazie alla sua disponibilità e ai suoi consigli. Io sono stato probabilmente uno dei disegnatori che l’ha fatto più “tribolare” ma credo che la sua profonda conoscenza dei fumettisti, come genere antropologico, gli permettesse una certa benevolenza e, come nel mio caso, una notevole generosità. Lo ricordo con la vignetta che comparve sul terzo e ultimo numero di Leo Pulp edizioni Bonelli, in cui lui stesso nei panni di un attore chiude il sipario. Era una sua idea, di cui conservo lo schizzo di suo pugno e fa una certa tristezza rivederla oggi. Nonostante le travagliate peripezie del nostro rapporto lavorativo è sempre rimasta una reciproca stima, che io speravo potesse diventare, prima o poi, amicizia. Al Magnus Day non l’ho potuto vedere perché era stato ricoverato improvvisamente per un disturbo che tutti pensavamo si sarebbe risolto bene e in fretta, quindi avevo abbozzato una lettera che poi non ho spedito. Il timore di sembrare ipocrita, mi ha indotto ad aspettare. La metto qui a semplice testimonianza della mia stima, assieme allo schizzo che lui mi fece tempo fa per incoraggiarmi a continuare con Leo Pulp.
Un grande del fumetto se n’è andato, non sarà facile colmare questo vuoto.
Lunedì 26 sett. 2011
Massimo Bonfatti
Chi volesse lasciare un commento, un ricordo o un’opinione può scriverlo qui o sul sito ufficiale di Sergio Bonelli Editore: http://www.sergiobonellieditore.it/ oppure sul blog di Luca Boschi Cartoonist Globale: http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/
29 sett. 2011ore 10,12
Ho deciso di non andare al funerale di Sergio Bonelli. Come sempre in questi casi mi chiedo che senso abbia partecipare a questi riti. Non ho mai trovato una risposta che mi convincesse ed ho sempre lasciato che fosse il caso a farmi prendere una decisione. L’altro giorno ho ricevuto una telefonata automatica della redazione in cui si informavano tutti i collaboratori del luogo e dell’orario delle esequie. Ci sarei andato volentieri, in compagnia di un amico o di un collega, per fare un viaggio insieme e parlare di fumetti, di lavoro, di vita che si evolve. Ma nessuno mi ha proposto nulla e andarci da solo, sulla spinta della curiosità di vedere i volti di tutti gli attori del piccolo mondo del fumetto mi avrebbe fatto sentire un po’ opportunista perché impegnato come sono nella difficile lotta di sopravvivenza come autore non avrei potuto impedirmi di cercarne un vantaggio opportunistico. Meglio starsene a casa, quindi; e magari riflettere sul mio lavoro e su quello degli editori e anche dei lettori e del fumetto in generale. Mi sono letto per ore i commenti sul sito della SBE: http://www.sergiobonellieditore.it/ per capire gli umori e i sentimenti del “mondo Bonelli”. Come spesso mi succede in questi casi, la scomparsa di una persona che mi interessa mi invoglia a scoprirne le tracce indirette e a intesserle con quelle dirette che mi vengono dalla conoscenza personale, profonda o superficiale che sia. Dicevo che mi sarebbe piaciuto essere amico di Sergio Bonelli, ma non ce n’è stato il tempo, e allora cerco almeno di conoscerlo meglio attraverso i commenti che diverse persone hanno lasciato sul sito. Ne ho selezionate alcune che metto qui sotto. Le ho scelte tra le tante che suscitavano in me un interesse particolare e le ho disposte in modo assolutamente casuale. Dalla lettura di questi commenti mi accorgo di come un creativo possa suscitare negli altri due tipi di influssi; quello DIRETTO, quando entra in ballo la conoscenza personale o INDIRETTO, quando deriva dalla lettura le storie, dei personaggi e dell’intreccio stesso delle vite dei lettori con quelle dei personaggi. In entrambi i casi penso che sia grande la responsabilità ma anche il privilegio di entrare in comunicazione con tante persone, tessendo un legame con moltitudini disparate e trovando con tutti un’intesa di sentimenti, idee, fascinazioni. Ma questo ruolo costa fatica e impegno; comunicare è una cosa difficile; rapportarsi con molte persone mantenendo il rispetto per tutti è un fardello pesante, che viene accettato solo se si ama il proprio mestiere e se si ama la gente. Se poi si vuole coniugare il privato al pubblico mantenendo lo stesso grado di correttezza l’impresa si fa davvero eroica. Si fanno sbagli, si commettono errori, e non sempre si è all’altezza del ruolo che si è scelto ma è già molto provarci, con caparbietà e umiltà. Tutte queste considerazioni, (che butto giù senza rileggerle) mi fanno riflettere sul titolo del post di Luca Boschi: “SERGIO BONELLI: NEL FUMETTO ITALIANO NIENTE SARA’ PIU’ COME PRIMA…” http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/ perchè in questa Italia disgraziata ogni gloriosa tradizione sembra destinata a finire nel dimenticatoio, barattata con mode e tendenze effimere che non esprimono nulla del nostro vero spirito e che non nascono dalla nostra cultura, dalla nostra vita e dal nostro paesaggio. C’è da augurarsi che lo “stile Bonelli”, inteso come modo di lavorare e valori etici praticati nella vita di tutti I giorni si evolva senza snaturarsi. E’ l’augurio che si fanno le migliaia di lettori, I quali hanno il piacere di condividere la passione della lettura coi propri padri e i propri figli e se lo augurano le centinaia di autori, che rischiano di perdere tutele e opportunità che la casa editrice Bonelli ha sempre cercato di garantire. Certo, si può sempre andare avanti e anche migliorare, ma non dimentichiamoci il passato, se vogliamo trrarne beneficio. Per questo vio invito a leggere le testimonianze sul sito SBE http://www.sergiobonellieditore.it/ e magari a farvi una selezione dei commenti che vi incuriosiscono di più, come ho fatto io.